La rete dei Comuni Amici delle Api prende forma proprio in un momento cruciale per la nostra vita in cui viene messa in discussione la nostra esistenza mediante la diffusione a livello planetario, di un organismo, il coronavirus, che si insinua nel nostro respiro e ci impedisce di stare assieme e condividere la vita sociale.
Viene messo un drastico stop alla possibilità di poterci abbracciare ed incoraggiare con una pacca sulla spalla per dirci “Dai, su forza, avanti sempre!!!”
Allora ci serve valorizzare una dinamica che le api fanno da millenni: LA TROFALLASSI.

La trofallassi o ectotrofobiosi è una modalità di alimentazione che integra elementi di socialità; in pratica un individuo usa condividere il cibo assunto precedentemente con altri individui del proprio gruppo sociale/famiglia. [Wikipedia]

Forse per qualcuno sembrerà un non senso, ma se riflettiamo sul significato del termine “trofallassi” ci accorgeremo che è perfetto per noi esseri umani adesso:
per il super-organismo Alveare è lo scambio di cibo, operazione essenziale per la coesione della famiglia, per noi Homo sapiens è scambio delle idee, scambio della conoscenza e come mi ha appena suggerito su WhatsApp una mia cara amica apicoltrice significa “trofallassi dei sentimenti”.

Una maniera infallibile per ravvivare la nostra vita e quindi tenere alte anche le difese immunitarie, dove ogni attimi della giornata è fatto di entusiasmo, coraggio e forza che dona dinamicità al nostro operare ed anche incoraggia ad alzare gli occhi al Cielo per sciogliere la nostra mente in attimi di Preghiera.

La rete dei Comuni Amici delle API è una maniera per sentirci appartenenti ad un Super-organismo capace di organizzarsi ed essere solidale uno per l’altro nella gestione intelligente del Pianeta Terra.

La rete dei Comuni Amici delle Api è appunto la forma di solidarietà che l’uomo riscopre attraverso e per le api, nell’ottica di un futuro migliore per tutti.

Alessandro Pistoia

Apicoltore