L’IMPORTANZA DELLE API

Perché l’ape e gli insetti impollinatori sono in pericolo?

Le api da miele (Apis mellifera) e gli altri apoidei sono oggi in grande pericolo e questo crea un grave problema per quanto riguarda l’impollinazione e quindi la riproduzione delle piante. Questi insetti, a differenza della maggior parte degli altri organismi impollinatori, sono indissolubilmente legati ai fiori per la loro sopravvivenza, dal momento che il polline è il loro alimento da cui dipende lo sviluppo delle larve e quindi la sopravvivenza delle specie.

Le problematiche che causano il fenomeno che viene definito come declino delle api sono molteplici, ma possono essere riassunte nella perdita di flora adatta alla loro sopravvivenza, nel diffuso uso di pesticidi in agricoltura e di altri inquinanti di origine umana, nella diffusione di malattie e parassiti (soprattutto per quanto riguarda le api da miele), nelle modificazioni del clima. Ci sono poi problemi che riguardano la competizione che può instaurarsi tra le api allevate dall’uomo (api mellifere, bombi e altri apoidei allevati) e le popolazioni autoctone. Questo ultimo fenomeno riguarda sia la competizione per le risorse alimentari che la diffusione di patrimoni genetici estranei.

Per quanto riguarda la riduzione della flora nettarifera e pollinifera questo in parte deriva dalla diffusione delle monoculture, dalla distruzione degli habitat naturali e dall’utilizzo in agricoltura di varietà di piante che non producono nettare e polline. Per quanto riguarda i pesticidi, gli effetti oggi registrabili sulle api e sulla biodiversità in generale sono spesso difficili da valutare, ma le più recenti ricerche confermano sempre di più il loro effetto catastrofico, anche se spesso subdolo, sulla biodiversità ed in primo luogo sugli impollinatori.

Paolo Fontana
Ricercatore presso la Fondazione Edmund Mach
Presidente di World Biodiversity Association

Perché l’ape è “amica” dell’uomo?

L’uomo è sempre stato attirato dall’ape da miele, fin dalla preistoria. I suoi prodotti (miele, cera e propoli) ma anche la sua biologia ed in particolare la struttura sociale e la geometria dei favi hanno sempre destato l’ammirazione dell’uomo comune e degli studiosi.

Il valore per l’uomo dei prodotti delle api è davvero vasto e molteplice.

Il miele è una delle sostanze più prelibate e da esse l’uomo imparò anche a produrre delle bevande alcoliche. Ma il miele è anche un conservante e l’uomo lo utilizzò nel passato sia per conservare certi cibi che per processi di imbalsamazione.  La cera è stata per millenni forse il prodotto più prezioso delle api, per la sua grande versatilità. Usato come matrice per le fusioni a cera persa o come impermeabilizzante e addirittura come catalizzatore. La propoli è usata come medicamento sin dalla preistoria ed oggi altri prodotti, il polline e la gelatina reale, sono ritenuti degli alimenti importanti per risollevare la salute in momenti difficili e per una profilassi alimentare.

Ma è con la scoperta dell’impollinazione che le api, sia quelle allevate dall’uomo che quelle che vivono per conto loro, hanno assunto un ruolo straordinario sia negli ambienti naturali che in quelli agrari. Oggi sappiamo che almeno un terzo del cibo che mangiamo deriva dall’impollinazione degli apoidei ed oltre al cibo altre sostanze derivano da piante che hanno bisogno di essere impollinate per produrre, come ad esempio le piante oleaginose, molte piante da fibra etc.

Paolo Fontana
Ricercatore presso la Fondazione Edmund Mach
Presidente di World Biodiversity Association

Cos’è la biodiversità e cosa centra l’impollinazione con la biodiversità?

La biodiversità è l’insieme degli organismi che vivono in un determinato ambiente.
La vita per prosperare ha bisogno di diversità a vari livelli. Ogni specie vivente deve essere composta da individui tra loro leggermente diversi, per poter affrontare le variabili ambientali e per lo stesso motivo ogni ambiente deve essere composto da specie diverse di organismi, ognuna con il proprio ruolo.
Queste comunità di organismi che vivono in un dato luogo sono dette ecosistemi. Gli ecosistemi devono dunque essere composti da vari tipi organismi viventi. I più importanti sono le piante che, grazie all’energia solare ed alle sostanze minerali, riescono a produrre la sostanza organica di cui poi si alimentano gli erbivori ed allo stesso tempo producono l’ossigeno che è necessario alla vita in generale.
Gli organismi che si alimentano di piante sono poi alla base dell’alimentazione dei predatori e tutti gli organismi poi, una volta finito il loro ciclo vitale, devono essere degradati da altri esseri viventi che restituiscono all’ambiente le sostanze minerali da cui poi ricominci il ciclo della sostanza organica. Se le piante sono quindi gli organismi più importanti per gli ecosistemi, la loro riproduzione è fondamentale.
Poiché l’impollinazione è il modo attraverso cui si riproduce la maggior parte delle piante, gli organismi impollinatori sono fondamentali quanto lo sono le piante. Senza impollinazione non può dunque esserci biodiversità e poiché i migliori impollinatori in questo nostro pianeta sono le api (da miele e non), si può dire che senza questi insetti non può esserci biodiversità.

Paolo Fontana
Ricercatore presso la Fondazione Edmund Mach
Presidente di World Biodiversity Association

Curiosità sulle api

a cura di ROBERTO ZARANTONELLO presidente APAV